Valuta ufficiale del nostro paese per oltre 1 secolo e già in uso nell’ottavo secolo, venne inizialmente utilizzata come moneta ufficiale e coniata dalla Repubblica di Venezia nel 1472 e successivamente usata da diversi stati preunitari. Con l’unità d’Italia nel 1861 venne poi adottata dal regno e utilizzata come valuta comune per la nostra nazione. Da allora hanno attraversato decenni di trasformazioni economiche e culturali adattandosi.
Stampate ed emesse in circolazione già a partire dai primi anni del regno d’Italia, le versioni più “moderne” appartenenti poi alla Repubblica, con l’abolizione della monarchia, vengono emesse nel 1947. Il soggetto usato per queste banconote fu la dea Cerere con il volto ornato da spighe di grano e per questo venne fatta un allusione definendola Italia ornata di spighe. Venne stampata sino al 1961 quando successivamente si decise per un nuovo soggetto.
Le versioni Aretusa e Mercurio
Dal 1966 la zecca dello stato inizò ad emettere nuove banconote da 500 lire, stavolta con l’immagine della ninfa Aretusa, personaggio della mitologia greca che secondo le leggende era figlia di Doride e Nereo. Sul fronte troviamo la testa della ninfa attorniata da simboli diversi, quali l’aquia con i serpenti e i delfini mentre sulla filigrana è possibile notare delle cornucopie simbolo di buona fortuna. Vennero stampate come biglietto di stato, cioè come un buono dal dato valore.
Tra il 1974 e il 1979 venne poi emesso un secondo biglietto di stato da 500 lire, stavolta raffigurante il dio Mercurio, divinità della mitologia greca (chiamato però Hermes) e romana. Aveva dimensioni leggermente più grandi, 115 x 59 mm (la precedente era di 110 x 55 mm) e fu l’ultima versione di tale valore ad essere stampata su carta. Infatti, dal 1982, lo stato decise di coniare una moneta bimetallica, oggi molto comune tra gli appassionati e collezionisti, che la sostituì.
Il valore reale delle 500 lire oggi
Oltre le classiche 500 lire di cui abbiamo già parlato esistono poi altre varianti stampate ed emesse durante il periodo del regno d’Italia e il valore di ogni singola banconota è soggetta, ovviamente, a diverse variabili quali condizioni generali del singolo pezzo, la storia che si cela dietro di essa e l’effettiva rarità delle stesse. Chiaramente, l’essere più vecchie storicamente non le rende automaticamente più preziose.
- 500 lire di carta del Banco di Napoli
- 500 lire di carta Grande C
- 500 lire di carta Italia ornata di spighe
- 500 lire di carta Aretusa
- 500 lire di carta Mercurio
Il biglietto di stato Mercurio, o 500 lire Mercurio, è tra quelli a valore più basso, essendo rimasto in produzione fino all’inizio degli anni ’80 e dunque più facile da ritrovarsi in casa ancora oggi. Potreste riuscire a venderlo tra i 60 e i 100 euro a seconda della condizione. Il biglietto Aretusa, invece, ha un valore leggermente maggiore se conservato in buono stato, tra i 250 e i 300 euro.
Ma veniamo ora ai pezzi forti, quelli dal valore più alto. Le 500 lire ornate di spighe, ad esempio, possono arrivare a valere sino a 400 euro, una piccola somma, è vero, ma comunque non male per una vecchia banconota che potreste trovare in un vecchio baule in soffitta. Le 500 lire del Banco di Napoli, invece sono tra le più ricercate e preziose, il cui valore può arrivare addirittura ai 6-7000 euro. Quella più rara in assoluto è la banconota da 500 lire Grande C, una variante stampata nel 1950 il cui valore oggi ammonta ad oltre 10.000 euro tra i collezionisti.